3…2…1…via!

il 3 giugno aprono i confini regionali, e il 3 giugno primo pomeriggio mi ritrovo su un treno che mi porta a Roma.

Amo Roma, amo i treni, amo viaggiare.

C’è solo, come sempre, l’aria condizionata troppo forte, ma col distanziamento sociale la certezza di avere il posto accanto libero mi fa sorridere compiaciuta.
E’ un viaggio “semplice”, due treni e una notte fuori, ma dopo tre mesi di lockdown in cui il viaggio più lungo è stato per andare al supermercato, ora mi sento come un paio di anni fa, prima del volo di 13 ore da Shanghai a Zurigo.

Amo Roma, storica ed imponente, ma anche cosi familiare, con amici sparsi qua e là e zone in cui mi sento quasi a casa.
Amo i romani, così alla mano e con la battuta pronta.
In un attimo passo gallerie e campi e sono arrivata.
Il tassista è ovviamente simpatico e la proprietaria del B&B mi da la camera più bella, al costo di quella standard, in piena solidarietà tra “colleghi” del turismo.
Sono 24 ore di discorsi seri e risate, di impegno politico e sorrisi, di abbracci fisicamente vietati, ma dichiarati col cuore.
Una cacio e pepe, una carbonara e un assaggio di amatriciana: terno secco in una volta sola.
Ma poi Roma è così bella, con pochi turisti la si gira che è una meraviglia e le foto vengono così bene…ma se mi fermo un attimo c’è un silenzio irreale, è tutto un po’ strano.
Roma è bella sempre, ma soprattutto con un sacco di gente in giro…e così deve tornare ad essere.
Roma, Milano, Londra, New York, Rio, Tokyo e qualsiasi angolo del mondo.

Via i confini, via i divieti.

Voglio riprendermi i km da fare, le meraviglie con cui riempirmi gli occhi, i piatti da assaggiare e le foto sorridenti a intasarmi il cellulare, per ricordarmi attimi felici lontani dal divano di casa. Che sarà sempre lì e sempre comodissimo, ma è una sensazione così bella quella di “andare”!
Me l’ero un po’ dimenticata, ma l’ho subito riacciuffata.
Un po’ come saper andare in bici.
Un vero viaggiatore non smette mai di amare il viaggio.